“[…]La nostra vita (ed il nostro corpo) è il campo di battaglia, l’unico campo.
Non sono gli altri i nemici, ma quello che noi proviamo verso di loro.
Non sono le circostanze negative gli ostacoli, ma la nostra voglia di arrenderci.
Il nostro sentirci inadeguati e senza speranza.Non sono le malattie o la morte i nostri demoni, ma la paura e il dolore che
ci impedisce di vivere […]”
Buddismo e Società n.133 marzo aprile 2009 di Manuela Vigorita
Ho deciso di citare un coraggioso e lucido articolo di una PraticanteBuddista perché riassume in maniera estremamente sintetica il percorso che occorre seguire per cambiare la nostra vita e progettare la felicità”possibile”dentro l’arco esistenziale.
Dal punto di vista della Bioenergetica il cambiamento e la “guarigione” passano attraverso la consapevolezza del corpo e della percezione delle nostre emozioni e del sentire; “quanto” e “come” sentiamo il nostro corpo oggi e il modo in cui ci relazioniamo con lui e lo ascoltiamo in modo sintonico dipende da molti fattori.
Lo sviluppo della fiducia in sé stessi e della autostima è effetto di un contesto in cui abbiamo potuto sperimentare un legame di attaccamento madre-bambino in cui sono presenti diversi ingredienti “dosati al punto giusto”: intimità,sicurezza,empatia, rispetto, accoglienza e sintonia, assieme alle inevitabili frustrazioni della crescita.
Se il bambino cresce esposto a intollerabili frustrazioni non bilanciate dalla presenza e dal contatto fisico necessario a sviluppare in lui la sicurezza di base, crescerà con l’intima sensazione che il mondo non è un luogo sicuro e che le persone di fondo, siano inaffidabili, imprevedibili e pericolose;
Sul versante fisico questo atteggiamento verso la realtà si traduce nella costruzione di una “armatura muscolare caratteriale” (Vedi W. Reich in “Analisi del Carattere” ) che svolgerà la funzione di protezione dal mondo esterno e dai potenziali pericoli che questo rappresenta.
Allo stesso tempo però tale armatura potrebbe diventare una fortezza che si trasforma in una prigione.
Nulla ci tocca, ma allo stesso tempo nulla può renderci felici.
Un Cliente che ho trattato per diverso tempo una volta mi disse che si sentiva al sicuro dentro il suo corpo, che riusciva a mettere tra sé e gli altri una distanza tale da non sentirsi minacciato;nel suo mondo relazionale, estremamente povero, avevo accesso soltanto io (in modo peraltro abbastanza superficiale) e la madre, con la quale pero’ aveva una relazione piuttosto formale, priva della necessaria intimità.
A livello di linguaggio corporeo questo stato di cose si traduceva in una serie di segni e sintomi: la temperatura della superficie corporea, sempre estremamente fredda specialmente le mani e i piedi ovvero i punti di contatto, anche sociale, con il mondo, uno sguardo rigido e spento.
L’assenza di vitalità nel cliente era visibile anche nella sua fisionomia generale,un corpo astenico e poco caricato dal punto di vista energetico: egli infatti lamentava una costante mancanza di energia ed uno stato depressivo perenne.
L’unica sua valvola di sfogo era costituita da una fantasia molto intensa e vivace (faceva lo scrittore).
Sembrava compensare sulla carta una vita vissuta chiuso dentro la “fortezza”del suo corpo; scriveva storie di amore in modo estremamente ricco e adeguato.
Tuttavia questa sua carica sentimentale rimaneva per lui un puro esercizio intellettuale poiché non riusciva a sentire e sviluppare relazioni di amore dentro al sua vita a partire dal corpo.
Il lavoro bioenergetico lo ha aiutato a sviluppare la fiducia necessaria nelle sensazioni che il corpo pian piano gli trasmetteva.
Mano mano che, attraverso il grounding e la respirazione riusciva a sentire le sensazioni fisiche cominciò ad aprirsi al mondo e agli altri.
Sua madre, una donna estremamente depressa, non aveva potuto infondergli quella carica vitale di base che gli era necessaria per crescere con l’idea che la vita fosse bella ed il mondo un posto felice.
Divenne fisicamente più forte e in grado di sostenere lo stress e l’energia della vita che scorreva sempre di più dentro di lui.
Dopo un anno rischiò addirittura di sperimentarsi in una relazione di coppia: in quel periodo egli era sufficientemente aperto per sviluppare sentimenti di calore interesse ed empatia verso l’altro, la relazione d’amore, molto nutriente lo aiutò ulteriormente a crescere.
Dal punto di vista bioenergetico anche la postura del cliente si è
sensibilmente modificata; da una posizione di chiusura è passata
ad una posizione di apertura, rischiando di far entrare emozioni ma
allo stesso tempo creando i presupposti per una relazione di amore
nutriente e soddisfacente.
L’Analisi bioenergetica si sforza di riportare la persona alla realtà del suo Corpo e quindi alla sua identità; Freud stesso affermò che all’inizio l’Io della Persona è “soprattutto un Io Fisico”, se il nostro corpo non è stato trattato con amore rispetto e calore sarà difficile sviluppare una base sicura,un senso di Sé sufficientemente solido e saldo.
Se l’atmosfera che abbiamo respirato è stata di angoscia ansia ed incertezza è facile crescere con l’idea che incontrarci con gli altri è un rischio e non un piacere.
Per questo nelle consulenze individuali e anche nei gruppi di bioenergetica il contatto fisico viene somministrato a “piccole dosi”; anche un sostegno caldo ed un contatto amorevole può essere “troppo intenso anche se piacevole”per alcuni di noi.
Tuttavia per rovesciare la situazione ed iniziare un percorso di cambiamento dobbiamo e possiamo fidarci di più del nostro corpo e del contatto con l’altro.
Solo così possiamo sconfiggere i fantasmi e le paure che tutti noi abbiamo dentro.